“In Romania questo dolce ha una valenza apotropaica. E’ una preghiera che scaccia la mala sorte, che tiene lontane le malattie e porta il benessere spirituale. Il cozonac raduna la famiglia intorno al tavolo, raduna il paese intero in una trama di effluvi che variano da cucina a cucina. Così le viuzze del paese diventano un grande ricettario che racconta la ricetta e la storia di ognuno. La ricetta è un segreto che si tramanda di madre in figlia, di nonna in nipote. Attraversa le generazioni immutata per giungere ad un crocicchio e subire una piccolissima modifica, per subire il grado successivo di perfezione. A questa perfezione si giunge Natale dopo Natale, sperimentando e ingegnandosi. Ma i più, come me, sono affezionati alle tradizioni di famiglia e a quei riti femminili che in cucina fanno intrecciare le mani e le energie delle donne di casa. Perché cucinare non è solo un dovere casalingo, ma un momento di comunione femminile, di condivisione. E’ in cucina che si rinnova il Rito Ancestrale del ‘comunicare’ agli elementi la Magia.
Chi è legato alla tradizione sa, che il giorno del Cozonac, è un giorno speciale dedicato solo a lui. Non si può fare altro e non si deve fare altro, perché le energie servono ad impastare il panetto del cozonac, perché i pensieri di quello che è stato e di quel che sarà si concentrano in questo impasto. Ed insieme a questi l’amore, la speranza e la Luce. Il profumo del Natale e le risa dei bambini, i racconti della nonna e di sua sorella. Gli sguardi della mamma, gli intenti della nipote. Il chiasso degli uomini che sono seduti davanti al caminetto a bere tuica o vin brulé, a raccontar di legna e di boschi, di neve e di gelo.
Il giorno del Cozonac richiede una cucina calda, non solo di spirito, ma anche di temperatura. E caldi devono essere anche gli ingredienti. Le nonne e bisnonne in campagna, usavano mettere la farina vicino alla stufa e la lasciavano tempo di una notte, così al mattino quando impastavano, tutti gli ingredienti erano caldi.
In casa mia l’impasto veniva fatto la sera del 23 Dicembre, così rimaneva tutta la notte a lievitare. Le Fate Inverno infondevano incantamento all’impasto. Spiriti benevoli lo facevano gonfiare. Al mattino la nonna prendeva l’impasto, lo stendeva, lo riempiva con il composto di noci, lo intrecciava e lo riponeva nella teglia a lievitare una seconda volta. A volte tutto questo veniva fatto la mattina del 24 Dicembre. Erano giorni di grande fermento spirituale, di gioia e di comunione.” – da appunti personali. Severamente vietata la riproduzione del testo.
Ingredienti:
- 500g di farina Manitoba
- 125g di zucchero
- 4 tuorli
- 115g di burro sciolto
- 200ml di latte tiepido
- 15g di lievito di birra
- la scorza di un limone grattuggiato
- 1 pizzico di sale
Per il ripieno:
- 100g di gherili di noci
- 3 cucchiai di zucchero
- 2 cucchiai di cacao amaro in polvere
- qualche goccia di essenza di rhum
- 1 albume
Preparazione:
13 comments
Io ti dico grazie!Grazie per aver raccontato così bene il nostro dolce!
Lo faccio ogni anno, sia a Natale che a Pasqua, ma quest'anno non l'ho fatto. Volevo fare troppe cose e per non rischiare di rimanere bloccata con la schiena come l'anno scorso, ho dovuto rinunciare a tante cose. Ma lo farò dopo le feste, così me lo godo ancora di più. Ho anche il “locum” che mi faccio mandare da mia mamma!
Un abbraccio forte e buone feste! Tantissimi auguri per un meraviglioso 2014!
Per queste feste ne ho fatti 3. Andati a ruba. Questo ultimo poverino l'ho martoriato prima della cottura, cosi si è sgonfiato e non è venuto bello alto come gli altri, ma ti garantisco che il sapore non fa affatto rimpiangere la forma.
Ciò che ho raccontato è ciò che nonna mi ha insegnato nel tempo, è la sua eredità , ciò che ho osservato negli anni nella mia famiglia quando ancora vivevamo in Romania.
E' un pezzo personale, che ho scritto tempo fa, pensando a come vrei potuto raccontare in un libro le nostre tradizioni 🙂
Ti auguro ogni bene Any, tanta salute, fortuna e amore.
Un abbraccio
Allora vai avanti, racconta, metti sulla carta i tuoi ricordi!! La tua idea è strepitosa e sono convinta che il tuo libro sarebbe eccezionale! Ti faccio un grande in bocca al lupo!
Un abbraccio e grazie per i tuoi auguri!
Che bello sentirti raccontare… è come se fossi stata accanto a te sul divano, con la coperta addosso, le briciole del panettone ancora sulle mani e una tazza di tisana vicino ai piedi, mentre il camino scoppietta…
Grazie cuoricina. 🙂 Beh, in effetti il panettone c'è, il divano anche, il plaid non manca mai anche se con il caminetto, qui difficilmente serve, il bollitore è sul fuoco ed io sarò felice di raccontare altre storie cosi. 🙂
Un bacetto
davvero bello!!! e bella la storia… io però ne conosco una versione a forma di treccia.. Ne approfitto per farti gli auguri di buon anno 😀
Bellissime parole…..mi hai incantata, ho immaginato un camino con te sulla poltrona e questo dolce particolare che sembra speciale…..ma hai messo anche delle gocce all cioccolato nel' impasto? Nel frattempo ti auguro buon anno e grazie per i bellissimi post che mi hanno permesso di conoscerti un po' meglio!!!
si concordo con i commenti precedenti.. passare di qui è proprio come mettersi in poltrona con la tazza da tè preferita ed il tè naturalmente.. chiacchierando di cose antiche per l'anima!!Baciiiii!
L'impasto varia di famiglia in famiglia e la treccia è solo un modo più fantasioso per farlo cuocere. Il primo fatto questo inverno lo avevo fatto ben a treccia. 🙂
Auguri di buon anno 😉
Grazie Gabi. In questo ripieno ci ho aggiunto anche l'uvetta, ma l'originale di famiglia ha cacao, essenza rhum e noci 😉
Grazie a voi, per aprire i vostri cuori, il vostro mondo..Immagino i nostri blog come tanti piccoli cottage, in una Contea Incantata.
Un Nuovo Anno pieno di realizzazioni e soddisfazioni!!!!
Grazie Stefy!!!!
Incantata.La biga sta lievitando e gli altri ingredienti sono tutti pronti…e intanto sogno di nonne,di piccole manine,di magia e di una grande donna che mi fa sempre sognare ogni volta che arrivo qui,nel cottage.
Un abbraccio
Monica
Le ricette che si tramandano sono come delle opere d'arte da custodire. Questa non la conoscevo e mi ha catturata. Tanti auguri per tutto quello che desideri di più! un bacio