Kluski leniwe. Polish lazy dumplings

by Rebecca
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gnocchidolci
Sono quel tipo di persona che dell’infanzia custodisce gelosamente sapori e profumi, consistenze. Certe volte, dal nulla, mi sovviene un sapore o un odore particolare e come per incanto si materializza il ricordo di certe consistenze.
E’ così per questa sorte di pierogi o kluski, o gnocchi che dir si voglia. La mia memoria colloca la loro presenza nelle preparazioni culinarie della mia famiglia intorno al 1986-1987 circa. Ero a Bucarest, dalla prozia Pasuca, la sorella minore della mia nonnina materna. Era lei che sfornava questi gnocchi formaggiosi (eh sì, lei nell’impasto dello gnocco metteva un formaggio dalla consistenza del quartirolo) che cospargeva generosamente con zucchero, cannella e talvolta miele.
Ricordo di averli mangiati solo da lei, nonna non ne preparava mai e non so dire come siano esattamente entrati nella tradizione culinaria della famiglia. Ho cercato di ricordare come si chiamassero, ma in verità quel cassettino della memoria è rimasto chiuso. So che esistono nella forma più comune dei pierogi ripieni e si chiamano colțunași oppure piroști (etimologicamente la comunanza con pierogi, c’è).
E sì, che a dirla tutta noi non abbiamo parenti polacchi, il che mi ha lasciato immaginare che fosse una pietanza piuttosto diffusa nell’Europa centrale e dell’Est e dopo alcune ricerche, ho scoperto che in Bucovina, regione confinante con il luogo dove è nata nonnina e la prozia, questi pierogi fanno parte della tradizione culinaria di tutte le famiglie.
Fatto sta che avevo da qualche mese il chiodo fisso e dovevo rifarli, cercando di ritrovare il sapore dell’infanzia. E ci sono riuscita grazie a vari tentativi.
Non saranno identici a quelli della prozia (perché non hanno quel bel sapore deciso del buon formaggio di casa mia) e assomiglieranno più ai pierogi leniwe (o kluski che dir si voglia), ma sono buoni. Non sono un dolce vero e proprio, perché a casa da noi non chiudevano di certo il pasto, quanto piuttosto un sostituto dolce ai primi piatti. Eh sì, siamo bizzarri, che volete farci. Ma io per voi farò l’eccezione e lo metto nella sezione dei dolci.

Ma ecco a voi la ricetta.

gnocchi

Ingredienti per i kluski per 4 porzioni:

  • 300 g di patate bollite e schiacciate
  • 200g di ricotta
  • 1 uovo
  • 330g di farina 00 (più quella per la spianatoia)
  • 1 pizzico di sale
  • 2 cucchiai olio evo per l’acqua

Per il condimento:

  • 50g di zucchero
  • 1 cucchiaio di miele
  • 1 pizzico generoso di cannella in polvere
  • 1 cucchiaio di burro
  • 4 cucchiai di zucchero muscovado per servire

Ponete la farina setacciata a fontana dentro una ciotola capiente, unite le patate schiacciate, il sale e l’uovo sbattuto. Amalgamata velocemente come fareste con l’impasto degli gnocchi, senza lavorare troppo.
Su una spianatoia generosamente infarinata mettete l’impasto e dividetelo a metà. Formate con entrambe le metà un serpente di pasta lavorando velocemente e senza incorporare troppo farina. Tagliate con un coltello a pezzetti, ottenendo degli gnocchi allungati. Metteteli su un ripiano infarinato, ben distanziati tra di loro.
In una padella antiaderente mettete lo zucchero e fatelo sciogliere. Spegnete il fuoco e aggiungete il burro, il miele, la cannella e gli gnocchi che avrete fatto cuocere in abbondante acqua bollente, con un po’ di olio. Fate saltare delicatamente e servite con una spolverata di zucchero muscovado.

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8 comments

Paola 5 Febbraio 2015 - 6:42

Ma sai che ero convinta che i pierogi fossero una preparazione a base di pollo? E invece scopro che non solo il pollo non c’entri nulla, ma che addirittura sono gnocchetti dolci (che voi utilizzavate come primo, ma poco importa). Mi piace molto di leggere e scoprire piatti di tradizioni diverse dalla mia. unificare le culture attraverso il cibo 🙂 Grazie per aver condiviso con noi questo tuo dolcissimo ricordo di infanzia.. e chissà che non proporrò i tuoi pierogi come primo piatto anche a casa mia 🙂

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Rebecka 5 Febbraio 2015 - 8:43

Probabilmente esistono anche i pierogi con ripieno di pollo. Di sicuro ne esistono con ripieni salati e con ripieni dolci. Questi miei, non sono esattamente dei pierogi, assomigliano più agli gnocchi, perché non hanno il ripieno. Vengono chiamati in alcuni paesi pierogi leniwe, ma il pierogi che conosco io è ripieno, tipo un raviolo. Comunque, al di là di tutto, farli per me è stato un ritorno all’infanzia.

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Patalice 5 Febbraio 2015 - 12:05

questa ricetta mi ispira…
per me è una cosa totalmente nuova… e sembra quanto meno deliziosa

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Rebecka 5 Febbraio 2015 - 14:26

Una di quelle cose, almeno da provare. Poi mi rendo conto che potrebbe non piacere. Per me è legato all’infanzia, al periodo più bello della mia vita. 🙂

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Valeria 5 Febbraio 2015 - 14:17

Non posso che ringraziarti per avermi fatto scoprire l’ennesima cosa nuova! Sei sempre un portento 🙂
Un bacio!

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Rebecka 5 Febbraio 2015 - 15:16

Tu sei troppo buona 😀 Grazie di cuore.

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alessia mirabella 9 Febbraio 2015 - 16:06

Mi sei mancata Reb. Vorrei tanto vedere un filmino di quando eri piccola… bellissima, vispa, e fantasiosa. Con tante storie da ascoltare davanti ad un camino. Questo piatto è bellissimo, sa di storia e significati celati, Ti stringo, A.

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Rebecka 9 Febbraio 2015 - 16:17

Vedresti una bimba in calzoncini corti, canottierina, scalza, capelli arruffati, che corre con gli amici, che si arrampica sugli alberi per cogliere frutta acerba, che fa il giro di casa per non farsi prendere dalla nonnina che vuole farla mangiare e che mai riesce a far sedere quella monella a tavola. Vedresti una bimba che sta sotto la pioggia senza il timore di bagnarsi, che sprofonda in oltre un metro di neve felice come solo i bimbi possono esserlo in tutto quel candore…vedresti una bimba che ama passeggiare da sola per i campi, a coccolare l’erba e i fiori, una bimba che dà da mangiare alle galline e ai maiali, che porta al guado le paperelle, che guarda la nonna fare le trecce di cozonac e pane…..Vedresti una bimba tanto felice! <3
Un bacio stellina

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